martedì 1 dicembre 2009

Resto in Calabria?!?-Nessun bivio seguo le mie aspirazioni

Facendo zapping con il telecomando, non poco tempo fa, mi capitò di guardare un ragazzo calabrese che su un noto programma condotto da Alda Deusanio -“Ricomincio da Qui”- doveva decidere,dato che aveva terminato gli studi universitari,se andarsene o restare in Calabria. Tralasciando il fatto che non ho mai capito perché un ragazzo di 18 anni senta il bisogno di andare in televisione per scegliere quali studi universitari debba intraprendere e dove, io non capisco questa domanda che a noi giovani prossimi al diploma viene posta continuamente: “Resti in Calabria o te ne vai?” e se la risposta è : “Resto” viene posta un’altra domanda altrettanto beota: “Perché?”. Domande che sono state poste anche a me dagli sciacalli dell’informazione nel periodo in cui il movimento virtuale de “I Ragazzi Di Locri” vendeva come oggi vende il caso dell’assassinio di Chiara Poggi. Questo quesito spesso dettato dall’ignoranza e dalla scarsa e squallida opinione che si ha della propria terra che ci ha partorito,formato, reso ciò che siamo, questa domanda mi ha sempre indispettito. Mi chiedo quando i calabresi impareranno ad avere più stima verso la loro terra? Quando i giovani inizieranno a prendere autorità nella loro terra? Quando gli italiani e mi riferisco soprattutto agli sciacalli dell’informazione capiranno che noi giovani calabresi non ci troviamo “di fronte ad un bivio” come affermò una mia saggia amica una volta. La Calabria – e qui qualcuno storcerà sicuramente il naso- offre opportunità solo se siamo noi giovani a crearle, a volerle, a crearle. Siamo noi giovani che se vogliamo possiamo fare tanto per la nostra terra , se vogliamo ,se ci crediamo. Quei giovani che se ne vanno e prendono la scusa di una terra bruciata, ormai in stato terminale non fanno parte della mia Calabria. Questi ragazzi che disillusi da una terra che –ammetto- a differenza di altre forse(forse?) non regala opportunità su un piatto d’argento e piuttosto che tirarsi su le maniche e sudare per guadagnarsele preferiscono andarsene nella speranza di qualcuno che offra loro un sogno su un piatto d’argento non sono figli della mia terra.
Io andrò a Roma ma perché il mio percorso formativo prevede questo, il mestiere che voglio intraprendere, quello d’inviato o del giramondo così è soprannominato, impone la mobilità, quindi la mia scelta non ha nulla a che fare con la Calabria corrotta, usurpata, disagiata. La mia scelta riguarda me e ciò che sogno di fare.
Un sogno che si è forgiato e modellato proprio qui in Calabria.
Una terra che mi manca già e che già rimpiango.
No sto parlando di quella Calabria povera. Povera nell'onore, nell'orgoglio, nella conoscenza. Di quella Calabria mafiosa, opportunista, voltagabbana, dove spadroneggiano politici ergo politicanti, giovani rivoluzionari ergo futuri politicanti ed arrampicatori sociali.
Sto parlando di quella Calabria onesta che vuole cresce, si rinnova. Che non si lascia intimidire ne ingannare da nessun padrone, politicante o futuro politicante. E questa la Calabria che mi manca già, una Calabria che c'è, c'è anche se viene zittita o irrisa o insultata.
Questo giornale è prova di quella onesta intellettuale di cui parlo,di quella voglia di noi giovani di creare nuove opportunità. Così come il mio Liceo -Ex istituto magistrale “G.Mazzini”-, che in questi anni è stato protagonista di una vera e propria rivoluzione imponendosi come uno dei migliori Istituti della Locride.
Ma di esempi c’è ne sono davvero tanti.
Una Calabria seria, intelligente, dignitosa, coraggiosa, quindi meritevole di rispetto. Questa è la mia Calabria e guai a chi me la tocca. Nessun bivio quindi, semplicemente l’inizio di una nuova avventura un po’ lontano da casa.



Simone Alliva
pubblicato su Portale Giovani N°10 Anno 3
Ottobre 2007

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