venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale(anche se di buono è rimasto ben poco).


Gli italiani guardano soltanto la televisione(1 italiano su 7 legge i quotidiani), la realtà esiste se passa attraverso al televisore. Oggi ho fatto una cosa che non faccio mai, ho guardato i TG. E tutti i TG davano l’immagine di un paese senza tempo, un paese ricco,senza problemi. Eppure a fine 2010 ci troviamo tra le mani le macerie di un paese(che non sono solo quelle di Pompei e dell’Aquila) sono le macerie della dignità del cittadino: manganellata (vedi gli studenti a Roma o gli aquilani),venduta(Scilipoti, Polidori, Calearo, Cesario, Siliquini in Parlamento),offesa. Non è difficile fare una fotografie di fine 2010:il centro destra è a pezzi ed è dominato dal potere economico di una persona (il potere economico che in Italia fa più che in altri paesi,lo abbiamo visto il 14 Dicembre il giorno della fiducia). La sinistra è in bilico, priva di eccellenze incapace di uno spirito di squadra. Una sinistra dove invece di cooperare vecchie glorie(D’Alema,Veltroni,Bersani ad esempio) e nuove speranze(Vendola) coesistono e si fanno i dispetti come bottegai. Le forme di protesta degli operai e degli studenti di quest’anno ci dicono che per essere visibili in Italia bisogna fare cose eclatanti che arrivino in televisione. Queste persone hanno un problema grave e paradossale per un paese considerato “potenza Europea”: non avere un lavoro. Il lavoro è un diritto sancito dalla costituzione e bisognerebbe non cambiare quest’ultima ma applicarla,fare in modo che gli articoli della costituzione che sanciscono i diritti fondamentali siano una realtà. Gli italiani non hanno un lavoro come pretendiamo che si possano preoccupare di Stefania Prestigiacomo piuttosto che di Mara Carfagna di Bersani o di Vendola,l'Italiano vuole lavorare. Disoccupazione è il termine chiave che chiuderà questo 2010.
Ma il 2010 si chiude con un capitolo tragico per la cultura italiana, l’approvazione della Legge Gelmini. Ne abbiamo già parlato, lo sapevamo. Del resto,riformare la scuola e l’università è forse il compito più arduo che tutti i governi hanno tentato e successivamente fallito. Pensiamo al primo grande tentativo quello di Luigi Berlinguer, mai ministro con quel nome fu così contestato. Non parliamo dei ministri successivi, sono stati tutti contestati, siano essi di sinistra che di destra. Eppure questa riforma è controversa, contiene cose che possono funzionare e altre no. Le baronie universitarie e il nepotismo sono il cancro di questo paese. Ma non solo dell’università, anche a livello sociale. Permettetemi una digressione: quando si dice era la nipote di Mubarak si dimentica sempre di dire che non solo non lo era, ma che anche se lo fosse stata si sarebbero dovute eseguire le regole di tutti (identificarla e procedere secondo quelle che sono leggi dello Stato) ed è il non detto che ci porta alla rovina perché passa un sottotesto per cui: se tu sei la nipote di qualcuno per te le strada si aprono per gli altri no. Quindi una riforma che cambi questo è assolutamente necessaria. Ma non sarà la Riforma Gelmini a farlo.
Detto questo l'unica lezione che possiamo trarre è che l'Italia ha bisogno di idee nuove e coraggiose, e non dello stanco temporeggiamento dei suoi leader di oggi.I successi di Berlusconi sono i fallimenti dell'opposizione che non ha saputo presentare ai suoi elettori un uomo(o donna) convincente e una politica coerente.La sorte di Berlusconi del resto è rimandata con una parentesi natalizia fino al prossimo episodio. Probabilmente a gennaio, quando la corte costituzionale deciderà se la legge ad personam sul legittimo impedimento, che evita i processi al premier, è anticostituzionale.
Nell'attesa Buon Natale, anche se buoni non lo siamo stati affatto: abbiamo lasciato soli gli operai appesi alle ciminiere, abbiamo quasi ignorato le grida di disperazione degli extracomunitari, barricati in chiesa o appesi sulle gru e ignorato(alcuni villipeso) gli studenti a Roma.