venerdì 26 novembre 2010

Fatti non foste a viver come bruti


È un'Italia malata. Soffre di una patologia incurabile un paese che picchia i suoi ragazzi che manifestano per un futuro migliore. Un’intera generazione ha occupato gli spazi di storia dell’Italia,monumenti storici di tutto il paese,un modo per dire: “la storia siamo noi e non ci rassegniamo a viverla”. È stata malmenata e ignorata dagli agenti di polizia una generazione che difende il futuro in maniera educata, civile. Una malattia destinata a degenerare quella italiana: la riforma Gelmini infatti aumenterà le tasse degli studenti, un figlio che annuncia di voler studiare è diventato una disgrazia: anni di spesa inutile, nessuna carriera possibile. Il precariato viene incentivato, istituzionalizzato. Il 40% dei corsi tenuto dai ricercatori che sono destinati a dei contratti a termine. Una malattia che è causata dall’ignoranza dilagante di chi ci governa, leggiamo l’ultima dichiarazione del ministro Gelmini: “Se verrà stravolto il senso della riforma sarò costretta a ritirarla”. Un ministro che parla di “ritirare una riforma” è un ministro che non sa di cosa parla, persino i somari sanno che a stabilire che la legge torni in commissione, o che venga bocciata, è il Parlamento. Non ha fatto scalpore dunque il fatto che il Ministro Maria Stella Gelmini abbia erroneamente votato contro se stessa, aiutando a respingere il ddl per la terza volta. Chissà, forse la Ministra non sa di cosa parla neanche la riforma che porta il suo nome, pochi Italiani lo sanno. Forse neanche tutti gli studenti che stanno sui monumenti l’hanno capito. Eppure dei principi condivisibili ci sono:

• Nuovi limiti per il rettore che non potrà restare in carica per più di due mandati e cioè 8 anni, o 6 nel caso in cui sia stato eletto con un mandato unico non rinnovabile. Una norma che vuole eliminare le baronie insomma.
• Un fondo speciale che promuove l’eccellenza e il merito fra gli studenti del primo anno.

E dopo? Cosa si nasconde sotto, tra grovigli di buone intenzioni?

• I ricercatori entreranno solo con contratti a tempo determinato (4-5anni) , seguiti da contratti triennali. Poi dovranno superare un esame di idoneità per la conferma a tempo interminato come professori associati. Nel caso non dovessero ottenere l’idoneità, il rapporto con l’ateneo si chiude per sempre. S’introduce così una più persistente forma di precariato fra i ricercatori che svolgono il 40% delle attività didattiche.

Il 14 è il giorno decisivo dicono. Parlano di possibile fine del berlusconismo ma se così non fosse. Il premier vuole la fiducia a tutti i costi e forse la otterrà, gli italiani sono storici voltagabbana che con lo stesso entusiasmo gridano Viva-il-re e Viva-la-repubblica, Viva-Mussolini e Viva-Stalin, Viva-il- Papa e Viva-chi-càpita, Francia-o-Spagna-purché si- magna.
Berlusconi ha iniziato il suo calcio-mercato,cercherà di comprare più parlamentari possibili. Vuole la fiducia. La desidera per una prova di forza, al fine di chiedere egli stesso lo scioglimento delle camere sicché chi voterà la fiducia un attimo dopo dovrà fare gli scatoloni. Il parlamento del resto è paralizzato. Continuamente battuto nell’approvazione delle riforme, resta in piedi come un pugile malconcio senza un allenatore che getti la spugna. Per liberare la politica italiana dall’influenza di Berlusconi bisognerà aspettare la sua morte naturale o avviare una profonda deberlusconizzazione del paese, per tornare alla realtà dopo vent’anni di lavaggio del cervello televisivo. Il futuro insomma non è incerto, è peggiore. L’Italia è destinata ad una lunga agonia, non ci aspetta un paese mal governato ma ingovernabile, con una Destra in perenne guerra civile, una Sinistra impreparata a sostituirla e un premier che, a prescindere di come vadano le elezioni a marzo (perché ci saranno), dovrà presto fare i conti con la giustizia.

Ma prima del 14 Dicembre sono due le date da tenere a mente, faranno capire la direzione che prenderà il paese in futuro:
29 Novembre si voterà la mozione contro il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, dopo il crollo della Domus dei Gladiatori.
30 novembre sarà presentata in Consiglio dei ministri la riforma della giustizia, tanto cara al nostro premier.

P.S
I problemi italiani non sono finiti, l’Italia onesta, intelligente, civile chiede al capo dello Stato e alle istituzioni che siano resi pubblici, in attuazione della legge del 3 Agosto 2007, i documenti coperti da segreto di stato. La legge c’è,esiste, mancano i decreti attuativi. Questo paese avrebbe bisogno di verità e giustizia,le quali di rado si ottengono dalle stesse mani che hanno commesso il delitto. Ma proprio per questo ,anche se probabilmente non servirà a nulla come gli altri appelli di Repubblica, è doveroso firmare. Un esercizio di democrazia in un paese dove di democratico è rimasto ben poco.

Firmate: "Aprire gli archivi sulle stragi"

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