lunedì 16 agosto 2010

Sotterrare l'11 Settembre con una Moschea.


Hanno ragione le famiglia delle vittime. Hanno ragione coloro che dicono “No” alla costruzione di una moschea nei pressi di Ground Zero. Non si tratta di essere xenofobi,razzisti o altro, si tratta di portare rispetto. Quel posto non ci appartiene. Non appartiene al Presidente Obama che nel suo fallimentare tentativo di ottenere qualche punteggio di popolarità ha affermato: “Siamo negli Stati Uniti e il nostro impegno a favore della libertà di culto deve essere inalterabile. Il principio secondo il quale i popoli di tutte le fedi siano i benvenuti in questo Paese e quello secondo il quale non saranno trattati in modo diverso dal loro governo è essenziale per essere quello che siamo”. Obama sbaglia perchè la zona dove s'intende costruire la Moschea non appartiene ai mussulmani, non appartiene neanche agli americani di per se. Appartiene alle vittime e alle sue famiglie. Appartiene al giorno in cui due voragini assorbirono migliaia e migliaia di creature ancora oggi troppo profonde, troppo tappate da detriti. Appartiene ai familiari che quel giorno aiutarono gli operai dissotterrando pezzettini di membra sparse. Un naso qui, un dito là. Oppure una specie di melma che sembrava caffè macinato e che invece era materia organica. Il residuo dei corpi che in un lampo si disintegrarono, si incenerirono. Noi questo non lo capiamo. Ci rifugiamo dietro il Politically Correct, dietro la libertà di culto. Non capiamo o non vogliamo capire che tutto questo è una provocazione da parte di quella montagna da mille quattrocento anni non si muove, non esce dagli abissi della sua cecità, non apre le porte alle conquiste compiute dalla civiltà, non vuol saperne di libertà e giustizia e democrazia e progresso. Quella Montagna che nonostante le scandalose ricchezze dei suoi padroni vive ancora in una miseria da Medioevo, vegeta ancora nell'oscurantismo e nel puritanesimo d'una religione che sa produrre solo religione. Piegarsi a questa provocazione vuol dire continuare una politica di servilismo nei confronti d un fanatismo religioso che ha avvelenato la democrazia, con ovvie conseguenze per la libertà di pensiero e per lo stesso concetto di libertà. Ma non lo capite che la loro forza consiste nell’abilità con cui sfruttano il nostro timore di apparire non democratici. Tuttavia, per dimostrare di essere democratici non serve ancora che arriviamo a suicidarci. Forse non tutti sanno che l'islamismo non è una religione dove è ammessa la parola democrazia, troviamo Allah al posto della Legge, al posto dello Stato, governa in ogni senso la vita dei suoi fedeli e quindi altera o molesta la vita degli altri. Che nella separazione tra Chiesa e Stato vede una bestemmia, che nel suo vocabolario non contiene nemmeno il vocabolo Libertà. Per dire Libertà dice Affrancatura, Hurriyya. Parola che deriva dall'aggettivo «hurr», schiavo-affrancato, schiavo-emancipato, e che per la prima volta fu usato nel 1774 per stendere un patto russo-turco di natura commerciale. Ma perbacco non ha ancora finito di rovinarci la vita un fottuto monoteismo che già ne arriva un secondo. Accettare questa richiesta vuol dire diagnosticare un cancro morale e intellettuale ai principi di laicità. Ad alimentare questo cancro sono proprio coloro i quali si definiscono progressisti, illuminati, liberali, uomini e donne di sinistra, questi individui pare abbiano la memoria corta oltre che l'intelligenza debole. Non ricordate quello che successe l'11 Settembre 2001? Nessuno ricorda quelle che creature che rompevano i vetri delle finestre, le scavalcavano, si buttavano giù come ci si butta da un aereo avendo addosso il paracadute. A dozzine. Sì, a dozzine. E venivano giù così lentamente. Così lentamente agitando le gambe e le braccia, nuotando nell'aria. Sì, sembravano nuotare nell'aria. E non arrivavano mai. Verso i trentesimi piani, però, acceleravano. Si mettevano a gesticolar disperati, suppongo pentiti, quasi gridassero help-aiuto. E magari lo gridavano davvero. Infine cadevano a sasso e paf! Vogliono costruire una moschea proprio lì, una moschea luoghi che dovrebbero essere sacri ma che vengono usati per reclutare i giovani alla Guerra Santa. Stiamo barattando la nostra laicità,la nostra democrazia,la nostra libertà in nome del Politically Correct. Ci stiamo suicidando. Ricordiamo quello che diceva Winston Churchill: “Una persona conciliante e' come uno che da' da mangiare a un coccodrillo perche' spera che questo lo mangi per ultimo.”