martedì 30 novembre 2010

L'antipasto di Wikileaks: crepe alla diplomazia mondiale prima del crollo.


Gli scenari che emergono li conosciamo in parte. I documenti americani, ad una prima lettura non rivelano nulla di nuovo, ma la loro forza è un'altra: mostrarci di cosa è capace Julian Assange, trentanovenne fondatore di WikiLeaks ricercato per due capi d' accusa. Sono davvero beoti quelli che non hanno capito che questo "11 Settembre dell'informazione" non è che l'antipasto di qualcosa di più grande. L'uomo ricercato numero 1 del momento non ha interesse a divulgare subito tutto ciò che potrebbe far crollare in pochi secondi la diplomazia mondiale, il suo scopo e procurarne delle crepe. I colpi inferti nelle ultime 48 ore non sono da sottovalutare: non è più segreta la richiesta saudita agli americani di attacare urgentemente l'Iran per distruggere il programma nucleare di Teheran.Non è più segreto il fatto che il Pakistan abbia avuto una parte nel determinare gli accordi sui combustibili nucleari, che in Belgio e in Slovenia c'è una trattavia sui prigionieri di Guantanamo.La notizia che dovrebbe lasciarci attoniti per giorni è che Teheran ha ottenuto 19 missili dalla Corea del Nord e i diplomatici Usa temono che potrebbero dare per la prima volta all'Iran la capacità di colpire una capitale europea o Mosca e che la loro avanzata propulsione potrebbe accelerare lo sviluppo iraniano di missili balistici intercontinentali. Il fatto che lo stesso New York Times ,su richiesta dell'amministrazione Obama,abbia deciso di non pubblicare il testo completo del documento ci dovrebbe dar da pensare. Si continua berciare che:"certe cose si sapevano". Si sapeva delle feste " selvagge" di Berlusconi così come del rapporto assiduo e opaco con Putin o Gheddafi. Eppure non sapevamo o fingevamo di non sapere che i comportamenti discutibili del nostro primo ministro, sia nel suo privato sia sullo scenario internazionale, abbiano un peso nella nostra immagine nel mondo. Berlusconi considerato "Megafono di Putin in Europa"(parlando di "regali generosi" e "contratti energetici redditizi") definito "Incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno", dovrebbero farci pensare. L'America tiene gli occhi sull'Italia da parecchio tempo, la nostra politica estera è poco "ortodossa" e troppo fuori linea per gli alleati, ed è su questo che verteranno i prossimi documenti per chi non l'avesse capito: nel 2007 il pagamento del riscattoda parte del governo Prodi per ottenere la liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo in Afghanistan, un comportamento non in linea con quello degli alleati e che scatenò le ire della diplomazia americana perchè il passagio di denaro venne reso pubblico costituendo un pericolo precendete. L'atteggiamento assunto da Berlusconi durante la guerra tra Russia e Georgia quando parlò di "aggressione georgiana" mettendosi in netto contrasto con la linea della Nato. Una delle più grandi preoccupazioni americane adesso è la dipendenza energetica dell'Italia dalla Russia. Qullo che Assange sta facendo è mettere il potere in ridicolo, con le sue notizie sul botox di Gheddafi, sulla paranoia di Karzai, sulle feste selvagge di Berlusconi.Il potere sempre visto come una cosa seria e mai come ridicola, è sempre raccontato in termini di tragedia e mai di commedia. Intendiamoci, da una parte questo è leggittimo perchè sui principali ingredienti del potere, il dolore e la morte, c'è ben poco da ridere. Il fondatore di Wikileaks cerca di far capire che oltre ad essere perfido il potere è buffo. E che lo sia si vede anzitutto dagli uomini e dalle donne che lo rappresentano. Buffo il sussiego che esibiscono per farci credere che sono eccellenti e quindi meritevoli di guidarci o tiranneggiarci. Buffa la falsa modestia che recitano per giustificare il privilegio conquistato o ereditato. Buffo il rispetto che esigono, la loro inadeguatezza o la loro disinvoltura. Tutto ciò a tal punto che viene spontaneo domandarci il motivo per cui dinannzi a costoro la gente si inchina o si ritrae intimidità anzichè ridergli in faccia.Per paura? Non basta, hanno più paura coloro che incutono o voglio incuter paura. Paura di perdere il posto, paura di essere smascherati,sopraffatti,ammazzati. Forse pigrizia, la nostra. Rassegnazione al fatto che non si può fare a meno di loro, che qualcuno deve pur stare in cima alla piramide detta società. Ma per vincere quella paura, quel bisogno di piegarsi a un capo, quella pigrizia, quella rassegnazione, basterebbe guardarli con gli occhi del bambino che nella fiaba di Andersene punta l'indice e strilla: "Il re è nudo!". Questo è quello che Julian Assange ci offre come antipasto.

venerdì 26 novembre 2010

Fatti non foste a viver come bruti


È un'Italia malata. Soffre di una patologia incurabile un paese che picchia i suoi ragazzi che manifestano per un futuro migliore. Un’intera generazione ha occupato gli spazi di storia dell’Italia,monumenti storici di tutto il paese,un modo per dire: “la storia siamo noi e non ci rassegniamo a viverla”. È stata malmenata e ignorata dagli agenti di polizia una generazione che difende il futuro in maniera educata, civile. Una malattia destinata a degenerare quella italiana: la riforma Gelmini infatti aumenterà le tasse degli studenti, un figlio che annuncia di voler studiare è diventato una disgrazia: anni di spesa inutile, nessuna carriera possibile. Il precariato viene incentivato, istituzionalizzato. Il 40% dei corsi tenuto dai ricercatori che sono destinati a dei contratti a termine. Una malattia che è causata dall’ignoranza dilagante di chi ci governa, leggiamo l’ultima dichiarazione del ministro Gelmini: “Se verrà stravolto il senso della riforma sarò costretta a ritirarla”. Un ministro che parla di “ritirare una riforma” è un ministro che non sa di cosa parla, persino i somari sanno che a stabilire che la legge torni in commissione, o che venga bocciata, è il Parlamento. Non ha fatto scalpore dunque il fatto che il Ministro Maria Stella Gelmini abbia erroneamente votato contro se stessa, aiutando a respingere il ddl per la terza volta. Chissà, forse la Ministra non sa di cosa parla neanche la riforma che porta il suo nome, pochi Italiani lo sanno. Forse neanche tutti gli studenti che stanno sui monumenti l’hanno capito. Eppure dei principi condivisibili ci sono:

• Nuovi limiti per il rettore che non potrà restare in carica per più di due mandati e cioè 8 anni, o 6 nel caso in cui sia stato eletto con un mandato unico non rinnovabile. Una norma che vuole eliminare le baronie insomma.
• Un fondo speciale che promuove l’eccellenza e il merito fra gli studenti del primo anno.

E dopo? Cosa si nasconde sotto, tra grovigli di buone intenzioni?

• I ricercatori entreranno solo con contratti a tempo determinato (4-5anni) , seguiti da contratti triennali. Poi dovranno superare un esame di idoneità per la conferma a tempo interminato come professori associati. Nel caso non dovessero ottenere l’idoneità, il rapporto con l’ateneo si chiude per sempre. S’introduce così una più persistente forma di precariato fra i ricercatori che svolgono il 40% delle attività didattiche.

Il 14 è il giorno decisivo dicono. Parlano di possibile fine del berlusconismo ma se così non fosse. Il premier vuole la fiducia a tutti i costi e forse la otterrà, gli italiani sono storici voltagabbana che con lo stesso entusiasmo gridano Viva-il-re e Viva-la-repubblica, Viva-Mussolini e Viva-Stalin, Viva-il- Papa e Viva-chi-càpita, Francia-o-Spagna-purché si- magna.
Berlusconi ha iniziato il suo calcio-mercato,cercherà di comprare più parlamentari possibili. Vuole la fiducia. La desidera per una prova di forza, al fine di chiedere egli stesso lo scioglimento delle camere sicché chi voterà la fiducia un attimo dopo dovrà fare gli scatoloni. Il parlamento del resto è paralizzato. Continuamente battuto nell’approvazione delle riforme, resta in piedi come un pugile malconcio senza un allenatore che getti la spugna. Per liberare la politica italiana dall’influenza di Berlusconi bisognerà aspettare la sua morte naturale o avviare una profonda deberlusconizzazione del paese, per tornare alla realtà dopo vent’anni di lavaggio del cervello televisivo. Il futuro insomma non è incerto, è peggiore. L’Italia è destinata ad una lunga agonia, non ci aspetta un paese mal governato ma ingovernabile, con una Destra in perenne guerra civile, una Sinistra impreparata a sostituirla e un premier che, a prescindere di come vadano le elezioni a marzo (perché ci saranno), dovrà presto fare i conti con la giustizia.

Ma prima del 14 Dicembre sono due le date da tenere a mente, faranno capire la direzione che prenderà il paese in futuro:
29 Novembre si voterà la mozione contro il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, dopo il crollo della Domus dei Gladiatori.
30 novembre sarà presentata in Consiglio dei ministri la riforma della giustizia, tanto cara al nostro premier.

P.S
I problemi italiani non sono finiti, l’Italia onesta, intelligente, civile chiede al capo dello Stato e alle istituzioni che siano resi pubblici, in attuazione della legge del 3 Agosto 2007, i documenti coperti da segreto di stato. La legge c’è,esiste, mancano i decreti attuativi. Questo paese avrebbe bisogno di verità e giustizia,le quali di rado si ottengono dalle stesse mani che hanno commesso il delitto. Ma proprio per questo ,anche se probabilmente non servirà a nulla come gli altri appelli di Repubblica, è doveroso firmare. Un esercizio di democrazia in un paese dove di democratico è rimasto ben poco.

Firmate: "Aprire gli archivi sulle stragi"