martedì 1 dicembre 2009

I Ragazzi Di Locri.Quello che non si doveva dire (parte 3)

Questo che vi apprestate a leggere è il resoconto di uno dei tanti convegni organizzatosi a Locri dopo l'omicidio Fortugno e la rivolta dei Ragazzi di Locri. Era il Marzo 2006, i riflettori si stavano spegnendo lasciando per le strade insaguinate di locri , il tanfo dell'opportunismo e della strumentalizzazione. Personaggi di spicco della lotta alla criminalità organizzata continuavano le loro sfilate nella terra della 'ndragheta mentre la coscienza e l'indignazione civile moriva gradualmente.

Intervista a Mellea e Lo Monaco, presidenti degli Osservatori antimafia
MA LE TELECAMERE SI ACCENDONO SOLO SUI CADAVERI?

"I giovani sono i protagonisti della vera ribellione contro la mafia che passa attraverso la cultura e non per i partiti. Ma il rischio della strumentalizzazione è altissimo"

“La memoria non smarrisce i sogni. Solo andando alle radici, facendo dei valori un abito si
può costruire una società basata sulla legalità".
Esordisce cosi Laura Laurendi, docente
incaricata di coordinare i lavori relativi alla presentazione di un libro dedicato a Paolo
Borsellino. E' il 15 Febbraio. Il luogo è l'auditorium della nostra scuola e l' occasione rappresenta un altro momento dedicato a noi giovani per riflettere e confrontarsi, anche grazie
alla collaborazione della prof. Carmelita Mittoro, del dirigente Rosario Lucifaro e alle testimonianze di Carlo Mellea, presidente dell'Osservatorio "Falcone-Borsellino-Scopelliti Valarioti" di Catanzaro e Vito Lo Monaco, presidente del centro "Pio La Torre" di Palermo.
La speranza punta dritto alla realizzazione di un sogno che conduca ad una società che, “È
lontana dal puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza e quindi della complicità (P.Borsellino
)”, lontana dal quel senso comune che soffoca e uccide. Si discute, si analizza e si ragiona. Anche sui riflettori. Quei riflettori che sono accesi sulle nostre coscienze e non su una scena come volgarmente è stato affermato in questi mesi. Ecco una nostra breve intervista ai protagonisti di questa giornata:

Di che cosa si occupa l’osservatorio che presiede?
L’osservatorio è stato fondato dopo l’uccisione da parte della mafia dei giudici Falcone, Borsellino e Scopelliti - afferma Mellea - Noi Calabresi abbiamo il vizio di dedicare attenzione solo e soprattutto a questi due giudici quando dobbiamo indicare vittime sacrificate per fermare la legalità; ma dobbiamo sapere che anche Nino Scopelliti, giudice calabrese, che ha studiato in Calabria, è stato ucciso vicino a Reggio Calabria, per cui è giusto anche valorizzare gli uomini migliori che questa terra esprime. Tramite la nostra associazione, avevamo tentato più volte di fargli intitolare una via di Catanzaro, una strada, una piazza... Ma gli enti locali se ne sono... diciamo... se ne sono “fregati”. La nostra associazione è stata costituita per educare i
giovani, soprattutto sul tema della legalità, perché riteniamo che solo i giovani possano affermare una nuova cultura su questo tema ed è un'opera che deve partire soprattutto dalle scuole.
Non solamente le scuole superiori, sarebbe bene che la disponibilità riguardasse anche le scuole elementari e medie: ovviamente il linguaggio deve essere diverso.
Finora abbiamo avuto ottimi risultati: è dieci anni che operiamo in questo campo e in occasione questo anniversario è stato festeggiato anche con il procuratore nazionale Giancarlo Casella all'istituto “Grimaldi” di Catanzaro.

Poco fa ha parlato di un certo disinteresse da parte delle istituzioni: questo, secondo lei, a che cosa è dovuto?
Ritengo che le istituzioni, abbiano rivolto sempre poca attenzione verso questi temi.
Sono più sensibili al “cemento” e meno alla cultura; basti vedere i bilanci comunali... per non andare oltre. Basti vedere le somme che stanziano a favore della cultura e quelle che stanziano per altre ragioni. Oggi, Locri assume un significato importante, perchè e stata spezzata una vita umana. Però la mia paura - e l'ho già affermato quando il giudice Gratteri venne a fare visita a questa scuola - è che i giovani si facciano strumentalizzare. Oggi tutti parlano, manifestano. Ed è giusto che si manifesti. Ma è anche giusto che i giovani vadano per la propria strada, si organizzino con le loro forze senza avere la tutela di “tizio” o di “caio”. Perché tutti sono venuti a Locri . Oggi. Sono venuti rappresentanti delle forze politiche di Sinistra, di Destra, di Centro. Ma
voglio dire: In passato che cosa si è fatto? Prima dell’uccisione dell’onorevole Fortugno? Niente. Non si è fatto niente per questa “comunità”. Io viaggio, e andando in Sicilia, ho avuto modo di vedere che si è parlato molto di Falcone e Borsellino però solo dal momento in cui sono stati uccisi. I giovani secondo me, sono gli unici protagonisti capaci di combattere la mafia, però devono percorrere una strada autonoma, che non passa di certo attraverso i partiti.

Chiediamo quindi a Vito Lo Monaco: di cosa si occupa, invece, il vostro osservatorio?
Io sono l’ultimo presidente, in ordine storico, ma le iniziative sono state tantissime.La mia personale esperienza è quella di dirigente politico. Negli ultimi vent’anni della mia attività professionale ho svolto il ruolo di presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori, ossia del movimento contadino, di cui sono stato anche vicepresidente nazionale. Essendo oggi,
come si dice, "generale a riposo e alla riserva" sono in servizio attivo nel campo sociale. Svolgo attività antimafia. Come centro, abbiamo sviluppato una serie d’iniziative relative allo studio dei rapporti mafia-società, mafia-economia e mafia-politica e queste varie attività si sono sviluppate nel corso degli anni, in varie iniziative, di studio e approfondimento.
Per dare un esempio: quest’anno abbiamo realizzato una serie di seminari; l’ultimo lo abbiamo svolto nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza di Palermo, in collaborazione con quest’ultima e con l’associazione nazionale magistrati sul tema "Confisca dei beni mafiosi, gestione e nuova destinazione". Intanto abbiamo pure pensato a mettere a punto una serie di
proposte da offrire al parlamento. Saprete che era in corso un progetto di modifica della legge della confisca dei beni mafiosi, che non condividevamo, l’avrebbe modificata in tal modo che non solo avrebbe impedito la confisca ma addirittura
l’assegnazione dei beni, per lo sviluppo sociale.
Questo è stato l’ultimo seminario, poi abbiamo svolto un iniziativa che riguardava il rapporto etica-politica coinvolgendo studiosi di orientamento diverso:cattolico, laico, marxista. La nostra funzione è quella di essere un contenitore apartitico; fermo restando che ognuno di noi ha una propria idea politica. Però è un centro autonomo che non svolge alcuna funzione di spirito politico.

Cosa pensa del movimento giovanile che ha inondato l’Italia, dopo l’omicidio Fortugno?
Noi abbiamo innanzitutto promosso, come Centro, un forum giovanile; abbiamo tentato anche in quel momento un collegamento con voi, ma ci mancavano diciamo gli “appigli”.
Il forum giovanile metteva insieme tutta una serie di pezzi, di movimenti, di organizzazioni autonome, sostanzialmente di varia estrazione, che in Sicilia, nel corso del tempo, si sono prodotte e riprodotte e che via via nascono. In questo ultimo periodo, ad esempio, Palermo aveva registrato un movimento di giovani denominato “Addio Pizzo” che introduceva il concetto del consumo critico. Ma ci sono anche state altre esperienze nella città stessa. Anche un “giornalino” dedicato a Paolo Borsellino, è un esempio delle loro iniziative. Il forum vuole essere un tentativo di mettere insieme tutti i pezzi di questi movimenti che nascono, anche estendendolo fuori dalla Sicilla anche per dare una certa continuità.
Il rischio dei movimenti che nascono sull’onda emozionale, ad esempio, dopo l’omicidio dell’onorevole Fortugno è che tali ribellioni si sviliscano in breve lasciando il tempo trovato. Il problema è concretizzare certi movimenti, fare in modo che si sedimentino nella coscienza della gente, nel subinconscio dell’opinione pubblica. Cosa non facile. Perché il problema è quello di cambiare la cultura della gente che si è radicata nel corso dei secoli. Voi siete giovani, avete meno incrostazioni, diciamo, da eliminare. Certo, noi siamo stati più fortunati alla vostra età... poi c’è chi ha agito in un modo e c’è chi è cresciuto in un altro. Però è una fase importante della formazione di base di un individuo. Quindi il vostro lavoro, è importante perché crea le premesse per una cultura senz'altro migliore.

Lei non pensa che ci sia stata una strumentalizzazione dei giovani della Locride da parte delle diverse fazioni politiche?
Ma questa è una vecchia storia, molto vecchia, ogni volta che c’è un movimento. Siccome vi collocate anti-sistema, anti-potere allora siete strumentalizzati dall’altra parte. Voi dovete fare quello che la coscienza vi detta, e dovete essere autonomi. Se poi, un giorno, farete una scelta politica, come è nel percorso umano, quello appartiene a voi. In quanto i giovani messi insieme che pongono un'idea, un mutamento radicale, del rapporto della società civile,della società economica, della società politica, non è strumentalizzare:c’è chi lo sposa e c’è chi lo contrasta dicendo che è strumentalizzare.
Altri pongono il problema del mutamento sociale,economico. E dire che siamo contro il rapporto mafia o ndrangheta-politica, oggettivamente ci si colloca in una fascia di pensiero contro un'altra, e verrete sempre accusati di essere strumentalizzati. Il problema è se avete la coscienza a posto, se ragionate con la vostra testa indipendentemente da destra, sinistra, centro...
Dove vi troverete politicamente è un altro fatto, un fatto successivo. Questa è una scelta prepolitica che appartiene a noi della società che diciamo vogliamo vivere liberamente senza condizionamento alcuno.


Simone Alliva
(Tutti i Diritti Riservati a Portale Giovani-Il Laboratorio Culturale dei Giovani Della Locride)

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