martedì 1 dicembre 2009

I Ragazzi di Locri. Quello che non si doveva dire (parte 4)


Tra i tanti personaggi illustri che hanno posato per le telecamere accese su Locri abbiamo Loris Mazzetti, regista e giornalista, dirigente a Rai3 nonché amico intimo del giornalista e scrittore Enzo Biagi. Il dirigente di Rai3 sopraggiunge a Locri per presentare l’ultimo libro dell’amico ,Enzo Biagi "Era Ieri", nato da una collaborazione tra i due.


Quali sono gli interessi che l’hanno spinta a venire qui. A Locri stamattina?

Amo moltissimo questa regione, questa è la cosa fondamentale. I luoghi che ho conosciuto attraverso i racconti di Corrado Alvaro, e di un grandissimo regista che si chiama Vittorio De Sena. Un grandissimo. Che da un punto di vista documentaristico ritengo più grande di Michelangelo Antonioni. E poi nel ’98 quando con Enzo Biagi girammo “Cara Italia”. Abbiamo dedicato un’intera puntata alla Calabria. E poi ho degli affetti, delle amicizie: Anna Rosa Macrì che è una giornalista della RAI ,che ha lavorato alcuni anni con noi. Insomma perché mi piace la terra e mi piace la sua gente. Poi le organizzazioni di Carlo Mellea che mi ha proposto di venire a presentare il nostro libro, io stimo molto il lavoro dell’osservatorio, che sul territorio fa un lavoro straordinario. Forse un pochino sottovalutato. E anche questo movimento vostro ,degli studenti, il lavoro che avete fatto in quest’ultimo periodo. Che ritengo eccezionale. E che secondo me, in qualche maniera và a raccontato un pochino meglio rispetto a come è stato raccontato. È diventato un fatto più mediatico che comunicativo, e intendo di contenuto. Quindi sono venuto così in prima persona , ho voluto venire così diciamo ad incontrare e conoscere alcuni studenti di Locri e della Locride.

Lei ha detto:“Un fatto più mediatico che comunicativo”. Quindi pensa che ci sia stata una certa strumentalizzazione?

Strumentalizzazione…non sò. È presto per parlare di strumentalizzazione. Io credo che bisogna cercare di stare molto attenti all’evento e al fatto mediatico, io credo che sia molto importante che voi facciate quello che state facendo, ritengo che sia molto importante che ci sia una documentazione di quello che fate, quindi una dimostrazione di quello che fate: continuando ad andare nelle piazze,continuando a fare forum. Continuando a fare il lavoro che state facendo. Io spero che quando ci sarà ,e ritengo che accadrà il 9 di Aprile, il cambio politico nel nostro Paese tutto questo non si spenga e tutto questo non finisca, me lo auguro.

Nella sua qualità di regista televisivo, ci può dire la sua opinione rispetto all’episodio del contrasto tra Silvio Berlusconi e la giornalista Lucia Annunziata?

La mia valutazione a riguardo è che Lucia Annunziata ha fatto solamente il suo mestiere. Ha semplicemente fatto delle domanda al premier Silvio Berlusconi, poi è successo quello che è successo. Io intendo per esperienze personali, per il lavoro che abbiamo fatto negli anni quando andavamo avanti con “Il Fatto” di Enzo Biagi ; che in questi ultimi cinque anni eravamo abituati a vedere il presidente Berlusconi, in televisione senza un interlocutore, senza domande. Quelle domande che qualsiasi cittadino
dovrebbe fare al premier,al presidente del governo. Che poi ci sia stato un eccesso….io dividerei 50 per cento in sostanza. Non credo che nessuno dei due sia andato lì per fare,come qualcuno ha detto e ha scritto,sia andato lì per fare uno scontro. Lei ha fatto semplicemente il mestiere del giornalista.

Afferma che oggi sia più difficile, rispetto ad un passato più o meno recente esercitare il diritto di opinione nel giornalismo?

Assolutamente si…..assolutamente si. Sennò non si spiegherebbe che un giornalista come Enzo Biagi sia stato spento.

A proposito di Biagi come è cambiata la sua vita dal 2002?

Intanto lui è stato molto segnato da eventi personali, la morte della moglie, la morte della figlia piccola….
È ha dovuto maturare un terzo lutto, ovviamente dolore di terza serie, che è stato quello dell’allontanamento dalla Rai. Io ritengo, che un talento come Enzo Biagi: con la sua storia, con quello che ha dato alla televisione italiana…Era lui che doveva decidere quando smettere di fare la televisione.

Biagi nel suo libro ha scritto che è stato lei ad incoraggiarlo a rendere questa testimonianza. Quale messaggio crede che dovremmo trarre noi giovani dalla lettura di questo interessante libro?

Io credo che questo libro sia un messaggio di grande libertà. E se mi permetti questa volta per annunciare questo messaggio di libertà vorrei utilizzare non le parole di Enzo Biagi, vorrei utilizzare le parole di un grandissimo giornalista che non c’è più, che si chiama Tiziano Terzani, e lui in un libro ha scritto “Io sono un uomo fazioso,sottolineo un uomo fazioso,perché penso con la mia testa, parlo con la mia bocca e mi emoziono col mio cuore”. Ecco io credo che sia questo l’insegnamento, il messaggio che questo libro voglia dare. È sbagliato pensare che questo libro sia “un libro politico anti-Berlusconi” . Assolutamente No. Io considero questo un libro di storia. Perché attraverso il racconto della vita professionale di Enzo Biagi, si racconta quasi un secolo.Perciò ritengo che questo libro sia soprattutto un libro di storia.

Simone Alliva
(Tutti i Diritti Riservati a Portale Giovani-Il Laboratorio Culturale dei Giovani Della Locride)

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