giovedì 14 aprile 2011

Quello che succede vicino casa nostra e che non dovevamo sapere.

In Italia la libertà di stampa è al 72esimo posto nella classifica mondiale. E' un dato di fatto. Una stampa "parzialmente libera". Non sappiamo quello succede dentro il nostro paese figuriamoci quello succede ai nostri vicini. Corre l’obbligo di rilanciare qual minimo di verità nascosta dalla censura di governo, e lo facciamo, anche se serve a poco vista la possibilità di raggiungere un pubblico da “zero virgola” mentre l’informazione ufficiale continua a divulgare la realtà virtuale di un paese che non esiste.Sarebbe necessario informarsi su quello che succede ai margini del nostro paese. Oggi l'Italia non annuncia -come in passato- ma riflette le disgrazie che avvengono prima in altri paesi. Ed è questo un lavoro un po' pretenzioso ma di facile lettura che aiuta a capire quello che sta succedendo vicino casa nostra.



Albania: nessuno ne parla. Allora basterebbe cliccare su Google News e in pochi minuti scopriamo che:in Albania vi sono continui scontri e la situazione è tesa per le elezioni che si terranno l’8 Maggio. L’OCSE “si augura che ci siano libere elezioni”, il che significa che molto probabilmente non ci saranno, ma niente paura! Si sta procedendo con le privatizzazioni e le banche fanno il +89% di profitti, con tanti complimenti dall’Unione Europea.

Algeria: ci sono ancora proteste, ma questa analisi del Washington Post dipinge una situazione molto, troppo simile alla nostra… movimenti scollegati tra loro che non riescono a fare fronte comune. Quest’altra analisi invece pone l’accento sul trauma e sul bisogno di pace dopo tanti anni di guerra civile. Al-Jazeera ha una timeline delle proteste.

Arabia Saudita: continuano le proteste. Per i diritti umani, per i salari bassi, ma soprattutto da parte di shiiti che protestano contro l’intervento in Bahrein

Bahrein: un membro importante dell’opposizione è morto mentre era in custodia della polizia.

Egitto: Mubarak finisce in ospedale per un malore. Esattamente com’era successo a Ben Ali. Vediamo quanto dura. Nel frattempo, un blogger 26enne è stato condannato a 3 anni di galera da un tribunale militare per un post in cui diceva che l’esercito ed il popolo non erano mai stati veramente uniti.

Emirati Arabi (U.A.E. in mappa): arrestati due attivisti (uno dei quali è un professore alla sede della Sorbona in Abu Dhabi) che chiedevano riforme costituzionali. Nel frattempo erano state prese misure economiche per ingraziarsi la popolazione, vedremo se funzioneranno.

Giordania: continuano le proteste. Qualche giorno fa c’è scappato il primo morto (e 120 feriti, diciamo che non sparavano in aria).

Grecia: i sindacati organizzano uno sciopero per Maggio.

Iran: continuano le proteste. Contro il governo, ma anche a favore del Bahrein (e contro l’intervento saudita nel paese)

Iraq: c’è la guerra. Da 10 anni. Per abbattere il tiranno Saddam e portare la democrazia. Pare non abbiano gradito molto l'importazione della libertà (quasi fosse un pezzo di cioccolata) e della democrazia imposta con gli eserciti

Kuwait: il governo si è dimesso in massa, ma è stato rinominato lo stesso primo ministro. Le proteste sono soprattutto a carattere religioso tra sciiti e sunniti, ma ci sono anche i “beduini” che reclamano la nazionalità. Nel frattempo, la marina è diretta in Bahrein.

Libano: la situazione è tesa da Gennaio. La stampa americana sembra cominciare a fare campagna per proteste anche in Libano (turisti rapiti, stop all’esportazione di armi).

Libia: in Libia c’è la guerra. Oggi le chiamano missione di pace, quindi è così: in Libia è in corso una missione di pace.

Marocco: la BBC scrive che le proteste sono all'ordine del giorno.

Oman: continuano le proteste e, purtroppo, i morti.

Costa d’Avorio: la situazione è difficile. Non stanno protestando per la democrazia, ma per i risultati delle elezioni. Basta leggere qui per farsi un idea.

Palestina: le Nazioni Unite dicono che la Palestina è in grado di governarsi da sola

Siria: si continua allegramente a sparare sui manifestanti. Bloomberg titola “la Siria giura di schiacciare i manifestanti”. Ottimo.

Swaziland (non in mappa): proteste contro il Re, monarca assoluto che ha bandito i partiti e le elezioni da 38 anni.

Yemen: a migliaia hanno protestato contro una proposta di chiudere la crisi garantendo, però, l’immunità al presidente Saleh (mi ricorda qualcuno).

1 commento:

Unknown ha detto...

una fotografia da una prospettiva diversa o meglio dando uno sguardo alle fonti una fotografia dalla giusta prospettiva.